Musei Amalfi
Museo Civico
piazza del Municipio
tel. 089 871066-871633
ingresso libero, orario 9-20 (feriale)
Custodisce nella sala consiliare insieme ad antichi cimeli le famose Tavole Amalfitane, il pił antico codice di diritto marittimo. Si tratta probabilmente di una trascrizione quattrocentesca dell’originale di epoca normanna (fine dell’XI secolo).
Museo della Carta
Via Valle dei Mulini
Realizzato nel 1969 nei locali dell’antico Palazzo Pagliara, in origine cartiera della Valle dei Mulini, conserva antichi manoscritti, incisioni e stampe, libri, manifesti, oltre ad attrezzature per la fabbricazione della carta, con la ricostruzione del ciclo produttivo. Per informazioni rivolgersi all’Azienda autonoma o al Municipio.
Grotta dello Smeraldo
A breve distanza da Amalfi, nell’incantevole baia di Conca dei Marini, si trova la grotta dello Smeraldo, considerata, per bellezza e suggestione, la gemma della costiera. Scoperta nel 1932, la grotta, un tempo all’asciutto, e in seguito, a causa dei movimenti bradisismici, invasa dal mare, deve il suo nome alla particolare colorazione assunta dall’acqua nel riflettere la luce che penetra attraverso le rocce.
All’interno la cavita’, che ha dimensioni di circa 30 m per 60, con un’altezza massima di 24 m, offre ai visitatori uno scenario straordinario e ineguagliabile: l’atmosfera, in cui dominano i toni brillanti del verde e dell’azzurro, e’ resa ancora piu’ suggestiva dalla presenza di sottili stalattiti e soprattutto dalle spettacolari formazioni di stalagmiti, che fuoriescono dal mare e, come enormi colonne alte piu’ di 10 m, si congiungono alla volta. Di grande interesse, infine, l’originale presepe subacqueo in ceramica, sommerso sul fondale della grotta a circa 4 metri di profondita’.
Duomo di Amalfi
Dedicato a S. Andrea, il duomo di Amalfi sorge al termine di una ripida scalinata, e sovrasta l’omonima piazza al cui centro e’ collocata la settecentesca fontana di S. Andrea o del Popolo. L’edificio, il cui impianto originario risale al IX secolo, fu rifatto nel 1203 in forme arabo-normanne siciliane e poi nel corso dei secoli piu’ volte rimaneggiato. La facciata, di particolare bellezza, riedificata dopo il crollo del 1861, presenta pregevoli decorazioni musive: nel timpano e’ raffigurato Cristo in trono tra i simboli degli Evangelisti e la podesta’ terrena, su disegno di Domenico Morelli. A sinistra della facciata si erge il campanile, iniziato nel 1180 e ultimato nel 1276, il quale, seppur piu’ volte restaurato, conserva l’aspetto originario.
Utilizzato nel 1389 come torre di difesa nell’attacco compiuto dagli Angioini, si compone di un piano di bifore e di uno di trifore, elementi architettonici di evidente derivazione normanna e culmina con la variopinta cupola maiolicata, d’ispirazione araba. Imponente la porta in bronzo, fusa a Costantinopoli prima del 1066, che presenta rilievi con figure di Cristo, della Madonna e dei Santi Andrea e Pietro. L’interno della chiesa, a croce latina a tre navate, ricostruito in stile barocco, conserva affreschi, statue e altre opere d’arte di notevole interesse: si possono ammirare i dipinti di Andrea d’Asti, che ornano il soffitto della navata mediana e del transetto, la rinascimentale ancona marmorea con tre santi, la cinquecentesca tomba del vescovo Andrea d’Acunto e due amboni con decorazione musiva appartenenti alla chiesa originaria.
Da visitare poi la cripta, del 1253, nella quale sono custodite le reliquie di S. Andrea e una sua colossale statua, dono di Filippo III di Spagna, e la suggestiva cappella del Crocifisso, che conserva elementi duecenteschi.
Chiostro del Paradiso
Dall’atrio del Duomo di Amalfi si accede all’incantevole Chiostro del Paradiso, uno degli edifici piu’ noti e interessanti della cittadina. Fatto costruire negli anni 1266-68 dall’arcivescovo Filippo Augustariccio come cimitero per i cittadini illustri e benemeriti, il Chiostro e’ una deliziosa costruzione in stile arabo costituita da un peristilio di colonnine binate, che sostengono archi acuti intrecciati; al centro si trova un grazioso giardinetto con palme. Abbandonato agli inizi del XVII secolo, il Chiostro fu restaurato nel 1908; nelle gallerie si possono ammirare importanti testimonianze di epoca romana e medioevale: due antiche colonne reggenti aquile, il sarcofago del decurione P. Ottavio Rufo, due sarcofagi romani con bassorilievi raffiguranti l’uno le nozze di Peleo e Teti, l’altro il ratto di Proserpina, un sarcofago trecentesco e, infine, frammenti dell’antica facciata del Duomo.